Il Lucca Comics è passato da poco e il compleanno della nostra associazione è andato alla grande. Come ogni anno in molti sono rimasti colpiti dal fascino innegabile di un centinaio di persone in abiti steampunk e quindi mi piacerebbe chiarire un punto fondamentale per tutti i curiosi che si affacciano per la prima volta a questo movimento o anche per chi già lo conosce ma fa ancora un pò di confusione. Molto spesso sentiamo affiancare la parola Cosplay alla parola Steampunk ed è un accostamento che, come direbbe un certo Don Abbondio “non s’ha da fare“. E qui di seguito vi spiegherò i motivi cosi, in modo da fare un pò di chiarezza. COSPLAY:
l fenomeno nacque in Giappone tra la fine degli anni settanta e i primi anni ottanta, ma è a partire dal 1995, quando la stampa giapponese dedicò per la prima volta un articolo a questo fenomeno, che esso crebbe in diffusione ed importanza, contagiando in seguito tutte le altre nazioni. Il termine è una contrazione delle parole inglesi costume e play, che descrivono l’hobby di divertirsi vestendosi come il proprio personaggio preferito ed indica la pratica di indossare un costume che rappresenti un personaggio riconoscibile in un determinato ambito ed interpretarne il modo di agire. In parole povere il Cosplay è vestirsi come un personaggio già esistente che sia di Manga, Videogiochi, fumetti o anche film e agire o comportarsi come esso in parate o fotografie, raduni e quant’altro. STEAMPUNK:
“Come sarebbe stato il passato se il futuro fosse accaduto prima?” Questa è la domanda che definisce al meglio cosa sia l’atmosfera Steampunk. Questa corrente, che non abbraccia solo l’estetica ma l’arte in tutte le sue forme, nasce da un filone della narrativa fantascientifica e si ambienta in un passato alternativo, in prevalenza quello vittoriano, dove tecnologie futuristiche vengono sviluppate con i mezzi dell’epoca quali ingranaggi, vapore, ed i primi esempi di energia elettrica pulita. Seppur scrittori come Verne, Doyle e Wells siano considerati i precursori di questo genere, lo steampunk nasce negli anni ottanta con le opere di Powers, Jeter e soprattutto di Gibson e Sterling. Il termine Steampunk però compare in un titolo solamente nel 1995 con “La Trilogia Steampunk” di Paul di Filippo. In seguito musica, cinema, letteratura, moda, illustrazione..ogni ramo è stato abbracciato da questa cultura che ben si presta ad appassionati di ogni età e luogo. Vestirsi Steampunk non è un cosplay. Il personaggio che si interpreta ognuno lo inventa da sè, dandogli un nome, una storia e di conseguenza un costume che lo rappresenti. Ecco il motivo principale per il quale il Cosplay Steampunk non esiste. A meno che non decidiate di presentarvi al prossimo Lucca Comics con un cosplay, che sò, del nostro Doc Sandman, sappiate che quando incontrate uno steamers il suo personaggio è originale al 100% e si parla di outfit steampunk e non di cosplay steampunk. L’unico punto che entrambi i movimenti hanno in comune è l’usanza, nella maggioranza dei casi, di costruire i propri abiti ed i propri oggetti di costume da sè, creandoli da zero. I mercenari di Steampunk Italia lo fanno riciclando oggetti normalmente non riciclabili e riadattando abiti dismessi. Provateci anche voi e vi stupirete nel riuscire, dopo un pò, a vedere un futuro oggetto steampunk in qualsiasi cosa di uso comune come un cartone di uova o un imbuto. Vi ho incuriosito? Spero con questo articolo di aver fatto un pò di chiarezza e dissipato un pò le nubi attorno a queste due parole che solo parole non sono. E voi? Da che parte siete? Cosplay o Steampunk? A presto, Time Mistress.
Pubblicato da: Time Mistress
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