Di come in terra di Albione si parla delle genti italiche, qualora queste si rivelino di un qualche interesse
La finestra dello studio si affacciava su un viale secondario lastricato con precisione maniacale. Poco più in là la via, dopo un paio di morbide curve, si rigettava bruscamente del dedalo dei quartieri residenziali fondati ai tempi della terza espansione del Regno. Piccoli palazzi da tre o quattro piani, costruiti fitti come i sempreverdi in pineta, intercalati di tanto in tanto da qualche villa dalla pianta complessa. Un osservatore distratto non avrebbe distinto quel segmento di viale e quella casa dalle altre, almeno fino a quando non si fosse soffermato sulla cura che ancora era riposta nel cortile, nelle facciate, nella pulizia e nella manutenzione in generale.
Osservava fuori, non guardando realmente la strada e lo smog che iniziava a formarsi, serpeggiando fra le vie come qualcosa di vivo. Lo sguardo era rivolto ai suoi pensieri i quali a loro volta erano rivolti oltre la Manica, oltre il continente, a quella nazione che nell’immaginario dei suoi concittadini rappresentava un luogo di caos, imbonitori, ottima cucina, storia millenaria e pessima organizzazione.
Un sommesso bussare alla porta lo distolse dalle sue riflessioni:
– Milord, Sir Fletcher è arrivato. Posso farlo accomodare?
– Fallo attendere un paio di minuti. Grazie.
– Come desidera.
Diede un’ultima occhiata alle carte sulla sua scrivania. Una mappa accurata dell’Italia con alcuni punti segnati a sanguinella e accanto alcune annotazioni seguite da una serie di codici apparentemente incomprensibili. Gli stessi codici si trovavano anche a margine degli altri fogli e fascicoli sparpagliati sulla scrivania. Il sistema di archiviazione meccanografico degli archivi del Regno permetteva di attingere in modo estremamente efficiente ai milioni di documenti scritti accumulati nel corso dei secoli. Se qualcuno in grado di riconoscere i codici presenti sulle pagine li avesse guardati meglio, tuttavia, si sarebbe reso conto che la serie di quelli indicati non si riferiva a nessuno degli archivi conosciuti.
Mentre ripassava mentalmente le fasi del colloquio che avrebbe avuto di lì a poco, lo stesso sommesso bussare di prima annunciò l’arrivo di Fletcher, che entrò salutando in modo spiccio:
– Buon pomeriggio a Voi.
– Buon pomeriggio. Sa già di cosa dobbiamo parlare?
– Qualche cenno. Non tutti hanno accesso agli archivi privati di Sua Maestà.
– E questo non può che essere un bene di questi tempi. Conoscete l’Italia?
– Ci sono stato qualche volta, e mi sono preparato come richiesto. Di cosa si tratta? Recupero, liberazione, acquisizione?
– Qualcosa di più complesso questa volta. Sapete cos’è una Singolarità, vero?
– Limitatamente a quanto è scritto nei manuali dell’Accademia, oltre a qualche informazione recuperata durante i viaggi degli ultimi anni. Ma non vedo come la cosa possa avere a che fare con l’Italia.
– Sta accadendo di nuovo. Stavolta però sembra diverso. Prima di tutto per il luogo, poi perché, a quanto ci viene riferito, si sta manifestando in modo imprevedibile.
Si spostarono dalla scrivania a un tavolo sulla sua sinistra, dove carte di varie dimensioni parevano gettate senza nessun ordine. Tuttavia agli occhi dell’uomo che negli ultimi giorni le aveva studiate giorno e notte quasi senza sosta, rappresentavano uno schema preciso, cronologico e geografico. Diversi tratteggi si dipanavano di mappa in mappa, con una serie di annotazioni, alcune in bella grafia, altre siglate frettolosamente, altre ancora composte quasi esclusivamente da cifre apparentemente casuali. A mano a mano che le carte e gli appunti venivano mostrati a Fletcher, le cose si facevano chiare anche per lui. Ogni tratteggio disegnava un percorso diverso dagli altri e ciascuno singolarmente sarebbe potuto somigliare al vagabondaggio di un viaggiatore. Alcuni si limitavano all’Italia, altri si dipanavano per il mondo intero, alcuni erano perfettamente continui, altri segmentati, per altri l’illustrazione suggeriva diverse possibilità non certe. Fletcher era addestrato a leggere schemi e mappe e, mentre le cose gli venivano illustrate, stava già mandando a memoria la maggior parte di quello che leggeva, sovrapponendolo al dettagliato planisfero che anni di tecniche mnemoniche gli avevano impresso appena al di sotto del pensiero cosciente. Per quanto casuali, i percorsi indicati sulla mappa si intersecavano con impressionante regolarità generando un fitto reticolo che si concentrava, in particolare, in corrispondenza della penisola italiana.
– Ora capisco cosa intendevate – interruppe per un attimo il suo interlocutore.
Non si stupiva facilmente, ma per la prima volta dopo anni sentì affacciarsi alla mente un vago ricordo di quel sentimento, come un artista che scopre troppo tardi un difetto microscopico nella sua opera e, pur sapendo che nessuno lo noterà mai, non può fare a meno di considerarne la perfezione venuta meno.
Fletcher e le persone come lui avevano dedicato la vita a conservare la stabilità e l’ordine costituiti perché un passato troppo remoto aveva insegnato che l’umanità non sa governare i cambiamenti se nessuno si assicura che questi avvengano nel modo corretto. Fino ad allora aveva sempre svolto il proprio lavoro in modo impeccabile, questa volta però il compito e le circostanze lasciavano un margine di dubbio. Fletcher amava lavorare con certezza e pragmatismo: non aveva mai sbagliato una missione, era sempre riuscito a ottenere il risultato applicando alla perfezione quello che conosceva e le consegne che aveva. Questa volta era diverso.
– Vedete queste tracce?- Continuò il suo interlocutore ignorando deliberatamente la sua affermazione. Gli schemi si possono ricondurre in parte al primo principio di aggregazione, tuttavia non del tutto. E poi, sembra che gli attrattori siano più elevati della media, ma si esercitino solo in presenza di parametri precisi:
– Nord Italia, Inghilterra, poi di nuovo Nord Italia, Francia, Africa
– India, Asia centrale, Nord Italia, Sicilia, Norvegia
– Inghilterra, Scozia, Nord Italia, nessuna traccia, poi America
– Nord Italia, Praga, Grecia, Nord Italia, poi presumibilmente Francia o Russia, di nuovo Nord Italia.
Fletcher intervenne di nuovo
– Sembra che la frequenza con cui si manifesta l’Italia aumenti con il passare del tempo.
– Vero, anche i sistemi di rilevamento delle singolarità lo confermano. Ma c’è di più. le nostre spie ci hanno informati che alcuni di loro hanno iniziato a frequentarsi con una certa regolarità.
– Capisco. – A quella parola seguì una lunga pausa – Come è possibile che i nostri informatori non se ne siano resi conto?
– In parte è colpa della distanza, in parte del fatto che nel Regno d’Italia le ricerche sono ancora in fase iniziale. Poi, come sapete, i rapporti fra le nostre famiglie regnanti non sono perfetti.
Il rapporto fra Inghilterra e Italia si era rapidamente incrinato nell’antichità a causa di un problema con alcuni brevetti contrabbandati prima in Belgio e poi in Italia da alcune famiglie troppo intraprendenti: ufficialmente il Regno d’Italia aveva condannato i sospetti annunciando di perseguirli qualora fossero stati giudicati colpevoli, ma i brevetti in questione non erano mai stati trovati, anche se di lì a pochi anni la produzione di alcuni materiali aveva raggiunto livelli prossimi a quelli delle più fiorenti zone industriali inglesi. D’altro canto l’Italia accusava l’Inghilterra di sottrarre al Regno le migliori intelligenze con vaghe promesse ed in effetti molti inventori italiani migravano alla volta dei paesi del nord, dove la lontananza dagli antichi servilismi religiosi e dallo Stato della Chiesa garantivano una maggiore libertà di azione.
– Possiamo ancora recuperare la situazione?
– Siete qui per questo. Non potremo agire come al solito. Proporre dieci ingaggi è impensabile e sarebbe sospetto, la soppressione è troppo rischiosa e alcuni di loro sono, come dire… troppo poco stabili per proporre un accordo duraturo. Questo vale per ciascuno di loro singolarmente, tuttavia il Terzo Parlamento ha un’idea. Non è mai stato tentato prima, ma si vuole sperimentare la creazione di un distaccamento in zona. Spero vi piaccia l’Italia perchè dovrete passarvi diverso tempo.
– Come li troverò?
– Abbiamo un contatto che potrebbe fare da catalizzatore per alcuni di loro, una volta raggiunti i primi daremo loro un’identità, un compito e faremo in modo che ciascuno abbia un valido motivo per essere coinvolto.
– Perfetto. Quando è prevista la partenza? – Fletcher sapeva per esperienza che convocazioni come quelle spesso significavano un repentino abbandono della patria, per cui aveva già risolto tutte le incombenze che aveva in città.
– Domani mattina avrete una carrozza personale sul primo intercontinentale in partenza. Questo è il vostro disco di decodifica per questa missione.
Indicò un piccolo baule su uno scrittoio poco distante.
– La dentro troverete alcune informazioni, l’attrezzatura necessaria e due indicatori di Singolarità.
– E’ tutto?
– E’ tutto. Potete andare. E buona fortuna.
Prese il piccolo baule. Un lieve ticchettio fra le mani gli confermava che gli indicatori di Singolarità al suo interno erano già in funzione. Nel mare di sigle e numeri dei diversi messaggi cifrati che avrebbe letto più tardi grazie al disco di decodifica, l’unica cosa intelleggibile era il nome in codice della missione.
Steam Technological Italian Mercenaries.
Uscì recuperando con una sola mano cappello e bastone dal maggiordomo, ringraziandolo con un cenno della testa. La nebbia era densa e odorava vagamente di carbone, pesce e sostanze chimiche.
– S.T.I.M. – Disse fra sé e sé, affrettando qualche passo sul lastricato viscido – Se non altro il clima sarà migliore.
Pubblicato da: kappa
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